Il tempo che scorre ……

Il tempo che scorre inesorabile!

L’immagine del tempo, dominante nel nostro senso comune, è di lontana origine aristotelica, ma confermata anche da Newton che ritiene il tempo “verum et mathematicum” come costituito da una retta infinita sulla quale scorre, a velocità costante, un punto indivisibile e inesteso, il presente, che avanza separando in maniera irreversibile il passato, che gli sta alle spalle, dal futuro, verso cui procede.  (http://periodicounitn.unitn.it)

Tempo  …. C’è n’è sempre più bisogno: per i bambini, sottoposti a richieste sempre maggiori da parte di genitori che pretendono di avere in casa piccoli geni che sanno suonare uno strumento, pattinare, danzare, etc etc;  per chi lavora perché in questo periodo di grande disoccupazione in cui ,“se non accetti tu c’è subito un altro pronto a svolgere questo lavoro”, si pretendono sempre maggiori prestazioni a fronte di compensi sempre minori.

Tempo  …… quante volte abbiamo sentito dire, o detto noi stessi, “non ho tempo per fare …..” , “ non ho tempo per vedere ……” , “non ho tempo per ascoltare ……”, “non ho tempo per accompagnare ……” …….. però poi ci possono cambiare gli orari di lavoro, degli appuntamenti dal medico ,dei colloqui con i docenti …. E a questi cambiamenti ci adeguiamo sempre perché “dobbiamo” accettarli, anche se col cuore gonfio di angoscia o di rabbia!

E il mattino c’è l’autobus che passa solo a quell’ora: dobbiamo correre a prenderlo;

c’è la campanella che suona e non possiamo arrivare in ritardo altrimenti ci tolgono mezz’ora dallo stipendio;

danno i numeri per passare dal medico e bisogna essere lì due ore prima se vogliamo essere ricevuti;

corriamo ….. corriamo ….. corriamo …… mi sembra di ricordare una vecchia canzone di isabella Iannetti, “Corriamo”, di cui i giovanissimi sicuramente ignorano l’esistenza.

Sembra che l’orologio sia diventato il padrone delle nostre giornate, e si entra, così, in una fase d’ansia che può creare disagi interiori dovuti allo stress di temere  di non riuscire a far fronte a  tutti gli impegni assunti.

Questo articolo mi è balenato in testa grazie ad un lettore che mi ha inviato una sua riflessione sul tempo che, col suo permesso, pubblico qua sotto, dopo di che, mi permetto di ricordare che con la meditazione riusciremo a ritrovare il nostro equilibrio, con fatica, non immediatamente, sono d’accordo, ma riusciremo ad abbassare il livello di ansia e, con più tranquillità interiore, ci sembrerà anche di avere molto più tempo a disposizione per portare a termine tutte le cose che ci eravamo prefissati di fare.

Selene

 Kronos (da “Lettere a un’Amica”)
Oggi ho tempo, tempo per scrivere, per pensare. Non mi chiedo quanto tempo, almeno non coscientemente.
Ma cos’è il tempo?
Milioni di miliardi di esseri viventi, da quelli unicellulari alla sequoia canadese, vivono il tempo, il nostro stesso tempo. Dividono con gli esseri umani lo stesso spazio temporale. Alcuni non vivono a lungo, altri sopravvivono a decine di generazioni umane, per poi terminare il loro ciclo biologico.
Ciclo biologico? Ciclo biologico, certo! Una sequoia non misura il tempo, lo vive semplicemente con i suoi cicli climatico – stagionali; un’ameba non cronometra la propria esistenza.
Cronos, il Tempo. Quello che giustifica il dinamismo dell’universo, che permette alle orbite planetarie di avere un senso. Cronos che lascia tutto possa scorrere, senza il quale avremmo l’immobilità perpetua. Cronos esistito prima di qualunque pensiero, di ogni immaginario, antecedente il Kaos.
Il Tempo e l’uomo, con il suo miserabile antropocentrismo, che riconduce alle proprie miserrime necessità qualunque Logica universale. Ogni cosa deve avere una valenza matematica, essere un frutto logaritmico, misurabile comunque.
Fino dagli albori della “consapevolezza”, autoritaria e prevaricante gli altri esseri viventi, l’uomo ha preteso di dare un senso a tutto quanto lo circondasse e, quando non lo trovava, la logicità diventava pensiero ieratico “Theoantropomorfista”: l’uomo innalzato a somiglianza degli Dei, pur non avendone alcuna dignità. Esigenza solamente umana, quella di codificare quanto ci circonda. Uomini pretenziosamente elevatisi, distanziatisi, distintisi dalle altre forme di vita, schiavi inconsapevoli della miseranda condizione omologante.
Si obietterà essere necessario, per una vita sociale, stabilire dei parametri. Spanna, piede, braccio, biolca;… fra due lune, al canto del gallo, all’alba, al vespro… Tutto ciò non bastava: misuriamo tutto, imponiamo a tutto un modulo stereotipato.
Misuriamo il tempo, parametriamolo e codifichiamolo: in ufficio alle otto, appuntamento alle dodici, pranzo alle tredici, pausa alle quindici. Kronos ridotto all’oscillazione ritmica di un pendolo, allo scorrere della sabbia in una strettoia, di acqua in un condotto, di leveraggi e bilancini: snaturato, sminuito, ridicolizzato dai cucù e reso schiavo dell’uomo. Ma chi è schiavo di chi? L’uomo è una singolarità della Natura, fortunatamente. Dove per singolarità vale l’accezione dell’astrofisica: un assurdo matematicamente inspiegabile se non rivedendo le Leggi stesse della fisica!
Quanti anni hai vissuto? Vissuto veramente, uomo! Quale la qualità del tuo vissuto ……  Sei nulla senza il Sole……. Stupido, presuntuoso, piccolo uomo!

Qualcuno mi disse, come per voler significare la pochezza temporale di un nostro incontro: “ … non si può vivere un’intera vita in ventiquattro ore!”. Un invito alla riflessione, per me ……..

Marcello

2 Comments on "Il tempo che scorre ……"

  1. Magnifica riflessione, densa di significati e spunti interessanti e intelligenti. Letta molto volentieri…due volte.

    • Cara Alessandra grazie per aver letto per ben due volte questa riflessione: è davvero molto bella e dovrebbe farci capire alcune cose.

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