Newton: scienziato di fama mondiale, tanto mago quanto studioso razionale.
ISAAC NEWTON … quante volte lo abbiamo sentito nominare? Un nome di scienziato come tanti altri ve ne sono ….. no, non sono d’accordo, tanto è vero che proprio su questo grande scienziato, matematico e fisico, ho improntato la mia tesi di laurea intitolata “ISAAC NEWTON, TRA FILOSOFIA NATURALE ED ESOTERISMO” , dalla quale estrarrò alcuni pezzi, perché desidero far conoscere come, molti scienziati, sono arrivati alle loro grandi intuizioni grazie ad un’illuminazione esoterica.
Non solo Newton, ma tantissimi altri nomi illustri furono dediti a pratiche “alchemiche”, soltanto che non era opportuno, ai loro tempi, osare parlare di esoterismo o esperimenti “strani” effettuati alla luce della Luna, in particolari condizioni. Figuriamoci!!! Ancora oggi, quando si parla di esoterismo, molte persone ti guardano con occhio critico considerandoti una povera pazza, immaginiamo come poteva essere la situazione centinaia di anni fa, soprattutto quando, a dover mantenere la propria posizione, erano scienziati di fama indiscussa!
Inizierò a parlare di Newton ma, col tempo, mi piacerebbe far conoscere anche altri personaggi famosi che hanno fatto entrare nella loro vita l’esoterismo.
Prima di entrare nella vita di questa grande mente desidero spendere due parole per spiegare cosa è l’alchimia: essa si può vedere come un mix tra svariate discipline (Chimica, Fisica, Astrologia, Medicina ….), attraverso le quali gli alchimisti si proponevano precisi obiettivi tra cui raggiungere l’onniscienza, cioè il massimo della conoscenza in tutti i campi della Scienza, fornire un elisir di lunga vita in grado di concedere l’immortalità e una panacea universale per ogni tipo di malattia, e infine la possibilità di trasformare vili metalli in oro; in questa ottica l’alchimia viene vista come una sorta di scienza esoterica, spirituale e misteriosa. A Newton, l’aspetto che interessava era puramente quello della conoscenza profonda dell’universo, convinto com’era che “l’universo fosse un crittogramma ideato dall’Onnipotente” (Maynard Keynes, “Newton the Man”, in Royal Society, pag 29, riportato da Michael White in “Newton, l’ultimo mago” pag 172)
Newton fu un grande alchimista e, nella sua stanza, egli era solito compiere esperimenti durante la notte, al chiarore della Luna; sua è la frase: “Io tengo l’argomento costantemente di fronte a me finché, a poco a poco, le vaghe luci dell’alba, lentamente, si aprono nel pieno chiarore del giorno”. Newton fu così dedito all’alchimia che fu considerato un mago, cosa che fece pubblicare a Michael White il libro “Newton. L’ultimo mago” edito da Rizzoli.
Questo aspetto dello scienziato fu tenuto nascosto dai suoi familiari per timore di intaccare il mito del grande personaggio che lui era, e forse Newton stesso voleva lasciare di sé solo l’immagine del grande studioso razionale: non dimentichiamo che questo grande personaggio ricoprì altissime cariche in Inghilterra e godette di privilegi mai concessi prima ad alcuno! Egli divenne Lucasian Professor al Trinity College di Cambridge nel 1670 e avrebbe dovuto prendere i voti della Chiesa Anglicana, che egli, da buon ateo, non voleva prendere: per non perdere una tale valida mente re Carlo II lo dispensò, cosa mai avvenuta prima! Altro prestigioso incarico fu quello di presidente della Royal Society, nonché presidente della Zecca di Londra. Si capisce come, un uomo che ricopriva tali cariche, non poteva svelare il suo lato di “mago”, anche se nella sua stanza teneva un calderone e, durante le notti di Luna Piena, compiva esperimenti alchemici. Ma a noi interessa il lato esoterico di Newton, sullo scienziato si può leggere di tutto e di più in altri ambiti.
Alla sua morte si scoprì che egli possedeva la collezione di testi alchemici più bella e completa mai raccolta prima: 169 libri sull’Alchimia e la Chimica, 138 volumi di Alchimia pura e altri 31 di Chimica. Furono trovati anche cinque manoscritti alchemici scritti in prima persona da Newton, uno dei quali teorico e altri in cui lo scienziato descrive gli esperimenti di laboratorio, e si deduce che questi siano manoscritti redatti per uso personale e non certo per essere divulgati. Gli eredi chiusero tutto questo in un baule da tenere segreto e probabilmente noi non saremmo mai venuti a conoscenza dell’aspetto esoterico dello scienziato se, agli inizi del ‘900, i suoi ultimi discendenti non si fossero decisi a vendere queste testimonianze : fu messa all’asta , da Sotheby, famosa casa d’aste di New York, una serie impressionante di manoscritti che comprendevano studi di alchimia, appunti di laboratorio, letture e interpretazioni cabalistiche ed eterodosse della Bibbia e una serie di documenti imbarazzanti per chi avesse voluto mantenere viva solo l’immagine di un freddo scienziato razionale. Questi manoscritti furono contesi da quasi tutte le università più importanti e ben metà di essi fu acquistata dell’economista inglese John M. Keynes che li lasciò al King’s College di Cambridge, l’altra metà fu acquistata e donata allo stato di Israele che, nel 1969, li mandò alla Biblioteca Nazionale di Gerusalemme.
Una cosa deve però essere chiarita: nessuna notizia sul Newton esoterico potrà mai togliere i meriti universalmente riconosciuti ad un pilastro della Fisica e della Matematica quale è Isaac Newton. Tanto è vero che, nella classifica di Michael Hart, “The 100”, i cento uomini che hanno cambiato il mondo, Isaac Newton compare al secondo posto, fra Maometto e Gesù Cristo!
Si può dire che egli si dedicò agli studi esoterici poiché anelava a scoperte sempre più grandiose, insaziabile com’era di arrivare alla più profonda conoscenza dell’universo.
Ma cosa ricercava Newton con i suoi studi alchemici? Egli ricercava un contatto con il divino, e ne ricercava le azioni nel mondo della Natura; egli era alla ricerca di un Dio che non avesse solo creato il mondo per lasciarlo in balia di se stesso, ma di un Dio che fosse sempre presente e regolasse gli eventi naturali. Egli voleva diventare un conoscitore della” Verità” , chiamata da Newton “prisca sapienza” cioè “sapienza antica”, attraverso le formule e i messaggi contenuti nei testi di chi aveva intrapreso questi studi prima di lui, consapevole che solo colui che si fosse avvicinato all’alchimia con rigore, discrezione e dedito studio, sarebbe diventato il possessore di queste conoscenze per pochi eletti.
Un fatto curioso e interessante da riportare è che a Cambridge vi era già stato, precedentemente, uno studioso che si era dedicato all’alchimia e alla magia: John Dee, che rimase così affascinato dall’occulto al punto che arrivò quasi a farsi espellere dall’università e fu anche a un passo dall’arresto. Nonostante Dee fosse morto da più di mezzo secolo quando Newton cominciò a dedicarsi all’alchimia, le sue idee esercitarono una notevole influenza sul pensiero alchemico del giovane Isaac. Newton studiò alchimia dal 1667 in poi, consapevole di dover operare in segretezza. Egli cominciò a procurarsi il materiale e le attrezzature per i suoi esperimenti alchemici durante una serie di viaggi a Londra, e in uno di questi viagg,i fu introdotto in una cerchia di alchimisti; egli si procurò anche due forni che si fece consegnare direttamente nel suo alloggio al Trinity College. A metà del diciassettesimo secolo egli entrò a far parte dell’ Hartlib Circle, una rete di maghi e alchimisti locali. Gli alchimisti dell’epoca si riferivano gli uni agli altri con nomi in codice ma non siamo a conoscenza di quale fosse quello di Newton.
Vi lascio con queste notizie per proseguire col lavoro alchemico dello scienziato per coloro i quali fossero interessati.
Selene
Davvero interessante e sempre utile rinfrescare la memoria su uno dei Grandi Padri fondatori della fisica.
Interessante è ricordare che la base delle sue ricerche traeva origine dai i testi filosofici antichi e dalle antiche esperienze. Attinse alla filosofia pitagorica a piene mani e a Pitagora attribuì i meriti d’aver reso possibile il percorso che lo aveva portato alle sue scoperte.
La ricerca alchemica di Newton non è da intendersi tesa alla scoperta della pietra filosofale – che avrebbe trasmutato i metalli volgari in oro -, né aveva una valenza chimica sperimentale; era invece rivolta ad una crescita spirituale che lo avrebbe condotto alla “conoscenza aurea” ed alla fusione mentale col Tutto: la conoscenza Cosmica!
Saluti.
Grazie Signor Marcello per l’attenzione che sempre pone ai nostri articoli e un ringraziamento particolare per il commento lasciato per questo argomento che a me sta molto a cuore. le persone, a volte dalla mente piccola, non credono all’energia che ci circonda e alle interazioni che abbiamo con lo Spirito, mentre tutti i Grandi sono stati guidato da forze che noi non possiamo nemmeno immaginare. Grazie ancora.